Medici ospedalieri in Puglia

Quanti sono e come hanno avuto accesso al ruolo nelle strutture sanitarie pubbliche

Come i medici entrano nel servizio sanitario nazionale (SSN)

Il percorso formativo dei medici e le modalità di accesso al lavoro nelle strutture pubbliche

Percorso formativo

  1. Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia: Si tratta di un corso di studi a ciclo unico della durata di 6 anni. Include esami teorici, tirocini formativi e, al termine, una tesi di laurea.
  2. Esame di Stato: Dopo la laurea, è necessario sostenere e superare l'Esame di Stato per l'abilitazione professionale. Da poco la laurea è già titolo abilitante alla professione.
  3. Iscrizione all'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri: L'iscrizione all'Ordine è un requisito fondamentale per poter esercitare la professione medica in Italia.
  4. Scuola di Specializzazione: L'ultimo e più importante passo è l'accesso a una Scuola di Specializzazione. Si tratta di un corso post-laurea a numero chiuso, a cui si accede tramite un concorso nazionale. La durata della specializzazione varia da 4 a 6 anni a seconda della branca scelta (es. Cardiologia, Chirurgia generale, Pediatria). Durante questo periodo, il medico si forma in modo specifico in un determinato ambito clinico o chirurgico, acquisendo le competenze necessarie per la futura professione ospedaliera.

Accesso al lavoro

Una volta conseguita la specializzazione, il medico può accedere al mondo del lavoro nelle strutture pubbliche (esempio in ospedale) mediante uno di questi percorsi:

  1. Concorsi Pubblici: La modalità principale per l'assunzione a tempo indeterminato nel SSN è il concorso pubblico. Questi concorsi vengono banditi dalle singole Aziende Sanitarie Locali (ASL) o Aziende Ospedaliere e sono aperti a tutti i medici specialisti in possesso dei requisiti richiesti. I concorsi possono prevedere una prova scritta, una prova pratica e un colloquio.
  2. Avvisi Pubblici a tempo determinato: Spesso, per coprire carenze di personale temporanee, le aziende sanitarie pubblicano degli avvisi per l'assegnazione di incarichi a tempo determinato. Questi incarichi possono durare da pochi mesi fino a un anno e sono un modo per i medici di accumulare esperienza in attesa di un concorso a tempo indeterminato.
  3. Graduatorie: I medici che partecipano a concorsi e avvisi pubblici ma non risultano vincitori possono essere inseriti in graduatorie. Queste graduatorie vengono utilizzate dalle aziende sanitarie per chiamare medici per sostituzioni o incarichi temporanei, anche senza dover bandire un nuovo avviso.
  4. Mobilità: I medici già assunti a tempo indeterminato presso un'Azienda Sanitaria possono chiedere il trasferimento in un'altra azienda attraverso il meccanismo della mobilità.

Criticità nella gestione sanitaria 

La gestione del sistema sanitario è complessa ed in continua evoluzione. L'obiettivo è di bilanciare la necessità di personale qualificato con le esigenze di bilancio e le riforme del sistema sanitario.

  • Carenza di personale: La sanità italiana affronta da anni una carenza di medici in diverse specialità, portando a discussioni e riforme per semplificare le procedure di assunzione.
  • Riforma del sistema: Sono in corso dibattiti e proposte, come quelle relative al DM 77/2022, che mirano a riformare l'assistenza territoriale e a rivedere il ruolo dei medici di medicina generale.
  • Contratti atipici ("gettonisti"): In passato, per far fronte alla carenza di personale, è stato fatto un largo uso di medici con contratti a partita IVA o tramite cooperative (i cosiddetti "gettonisti"), un fenomeno che le istituzioni stanno cercando di limitare a favore di assunzioni stabili.

4,2 ogni 1000

Nel 2022 il numero medio nazionale di medici è di circa 4,2 ogni mille abitanti

1,6 in Puglia

In Puglia il numero dei medici ospedalieri è di circa 1,6 ogni mille abitanti. Ciò può essere causa di maggiore pressione sui reparti ospedalieri.

2,9 letti

Nel 2022 la dotazione media nazionale di posti letto ospedalieri era di 3,0 letti ogni mille abitanti ma in Puglia è di 2,9 letti.

Cosa fare dopo essere diventati medici

Medici ospedalieri

Diventare dirigenti medici

Per diventare dirigenti medici ospedalieri o lavorare in altre strutture del SSN, i medici devono superare un concorso pubblico. Questi concorsi sono banditi dalle singole aziende sanitarie locali (ASL) o aziende ospedaliere e prevedono solitamente una prova scritta, una prova pratica e una prova orale. L'accesso a questi concorsi è generalmente riservato a medici in possesso della specializzazione.

Medici di medicina generale (MMG)

Rapporto di lavoro convenzionato

I medici di medicina generale, pur lavorando all'interno del SSN, hanno un rapporto di lavoro convenzionato, non di dipendenza. Per diventare MMG è necessario superare un concorso regionale per l'assegnazione di un incarico e l'iscrizione a una graduatoria. I medici vengono poi scelti dalle ASL in base a questa graduatoria per coprire le zone carenti.

Specialisti ambulatoriali convenzionati

Concorsi e graduatorie

Similmente ai medici di medicina generale (MMG), anche gli specialisti che operano nei consultori o nei poliambulatori del SSN hanno un rapporto di convenzione. L'accesso avviene tramite concorsi regionali e l'iscrizione in specifiche graduatorie.

Medici specializzandi

Concorso per accedere alle scuole di specializzazione

Per accedere alle scuole di specializzazione medica, che rappresentano un passaggio fondamentale per la carriera nel SSN, è necessario superare un concorso nazionale a graduatoria unica. Durante il percorso di specializzazione, i medici sono considerati in formazione e, pur svolgendo attività clinica, non hanno ancora un rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato.

Argomenti di chirurgia 

Rimozione adenoidi

L'operazione chirurgica per la rimozione delle adenoidi, nota come adenoidectomia, è un intervento comune, soprattutto in età pediatrica, ma può essere eseguita anche sugli adulti in casi specifici.

Ecco come il Dott. Giuseppe Porro, specialista otorinolaringoiatra e dirigente medico ospedaliero, descrive sinteticamente l'intervento chirurgico per la rimozione delle adenoidi:

  • Anestesia: L'intervento viene eseguito in anestesia generale. Questo significa che il paziente dorme profondamente e non avverte alcun dolore o disagio durante l'operazione.
  • Accesso: Il chirurgo otorino accede dalla bocca alle adenoidi utilizzando strumenti specifici per raggiungere la parte posteriore della cavità nasale (rinofaringe), dove si trovano questi tessuti. Non sono necessarie incisioni esterne.
  • Rimozione: Esistono diverse tecniche per la rimozione delle adenoidi:
    • Metodo tradizionale (curettage): Il chirurgo utilizza un adenotomo, uno strumento a forma di cucchiaio, per "raschiare" e rimuovere il tessuto adenoideo ingrossato.
    • Altre tecniche: Alternative prevedono l'uso del microdebrider (che aspira e taglia il tessuto) o tecniche come la coblazione (che usa onde a radiofrequenza a bassa temperatura per dissolvere il tessuto). 

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Dopo l'intervento chirurgico

Come considerare la fase post-operazione di rimozione delle adenoidi? Il Dott. Giuseppe Porro, specialista otorinolaringoiatra e dirigente medico ospedaliero, descrive in sintesi le fasi successive a quanto accaduto in sala operatoria per l'asportazione delle adenoidi in bambini o adulti:

  • Emostasi: Dopo la rimozione, il chirurgo otorino si assicura che il sanguinamento sia controllato, spesso utilizzando un tampone o tecniche di cauterizzazione per favorire la coagulazione del sangue.
  • Durata e ricovero: L'operazione di rimozione delle adenoidi - afferma il Dott. Porro - è solitamente di breve durata. Spesso viene eseguita in regime di "day surgery", il che significa che il paziente può tornare a casa il giorno stesso dell'intervento.
  • Recupero post-operatorio: L'otorino Porro afferma che nei giorni successivi all'intervento di rimozione delle adenoidi è normale che il paziente, sia bambino che adulto, avverta un lieve mal di gola e, a volte, un dolore riflesso alle orecchie, soprattutto durante la deglutizione. Il chirurgo otorino fornirà indicazioni specifiche su dieta (inizialmente liquida o semiliquida) e riposo per favorire la guarigione.